La crisi è quando il vecchio muore e il nuovo non può nascere

Leggo casualmente questa definizione e mi si illumina un mondo, una chiave di lettura su quanto avvenuto in questi anni, dove gli ultimi 7 sono solo il punto di esplosione di un ventennio scellerato, in cui il concetto di singolo ha preso il sopravvento sul concetto di comunità e dove tutto ciò ha un elemento caratterizzante, non aver generato il nuovo.

Oggi la necessità ci dovrebbe portare naturalmente verso il nuovo, ma in realtà restiamo aggrappati con tenace disperazione al vecchio, come naufraghi ad una tavola di legno.

Ma cos’è il nuovo?

Sostenibilità ma anche coraggio, curiosità, voglia di crescere e capacità di scardinare i paradigmi possono essere una chiave, ma anche il saper superare il concetto di singolo fine a se stesso e come tale distruttivo, a favore di un nuovo, o forse antico, significato di comunità in grado di lavorare per il bene comune.

Sarà utopia?

Non lo so, ma so che se non generiamo un nuovo modello avremo solo un alternativa, il declino.

Conferenza Associazione Italiana Lean Managers – TREVISO2015 – 6 maggio 2015

Mercoledì 6 maggio 2015, si terrà a Preganziol (Treviso) presso la Sala Congressi dell’Hotel Crystal, in via Baratta Nuova 1, Preganziol (TV) la Conferenza Nazionale della Associazione Italiana Lean Managers (AILM) intitolata: LEAN BACKSTAGE 1.0 – alcuni aspetti per il successo nel palcoscenico del BusinessRelatori saranno:RENATO COMAI  – A Network e Presidente I.R.M. Istituto Ricerche ManagerialiDIEGO CARUBELLI viaConferenza Associazione Italiana Lean Managers – TREVISO2015 – 6 maggio 2015.

Dreamed in Berlin & handmade in Italy – Kuboraum

I due luoghi del mio cuore, Berlino e le Dolomiti Bellunesi,  uniti da un paio di occhiali in un progetto di grande impatto e forza.

KUBORAUM

Dal Corriere della sera :

Dimenticatevi il «carisma» e il «sintomatico mistero» di Franco Battiato, oggi c’è chi indossa occhiali da sole per tutt’altri motivi. Ragioni quasi filosofiche, che arrivano a toccare la percezione della propria identità e che un nuovo brand italo-berlinese ha ritenuto di dover soddisfare nella società. Tant’è che a soli tre anni dalla loro nascita questi accessori hanno convinto 40mila persone, per non parlare di celebrity come la performer Marina Abramovic, il campione Nba Lebron James, gli attori Gerard Butler e Raoul Bova e Cesare Cremonini. Kuboraum, questo il nome, sono gli occhiali partoriti nel quartiere di Mitte dall’estro di Livio Graziottin, designer già creatore di 24/7 Suits, e Sergio Eusebi, marketing manager nonché antropologo. I due si sono incontrati al vernissage di una mostra e da lì tre anni fa è sbocciato il marchio.

Mi piace piace scrivere di cose belle legate ai miei posti del cuore ed alle mie esperienze, fare belle cose e farle in posti speciali mi ha sempre affascinato e scoprire Kuboraum è decisamente interessante.

Berlino

Die Arme Hauptstadt ( la capitale povera) sì è vero, non incontrerete il luccichio delle strade di Monaco o l’opulenza di Amburgo, ma incontrerete Storia e Cultura, tanta.

Ho avuto la fortuna di lavorare a Berlino, esperienza professionalmente tanto impegnativa quanto esaltante, ma soprattutto ho avuto la fortuna di poter dire per un breve ma intenso periodo “Ich bin ein Berliner!”

I berlinesi come la gente delle Dolomiti sanno dare un valore speciale alla propria storia le proprie origini la propria unicità.

Vivere per 26 anni in una città circondata da un muro, in una forma di esilio volontario quanto è diverso dal vivere in una valle circondato dai monti?

Quanto diverso un riferimento visivo, utile per orientarsi e ricordare come la porta di Brandeburgo nella terra di nessuno come una montagna tanto possente quanto difficile da raggiungere?

30181-siera-07.12.2008muro8

Ecco se parti da questi presupposti e di declini in elementi di stile scopri che stai parlando di 2 popoli veramente simili.

Trasformare il tutto in un operazione commerciale ha un suo fascino speciale, una forza interiore un Teamgeist originale e ricco di opportunità

I miei migliori auguri KUBORAUM!

Beni di Lusso e retail, quale futuro? Parliamone..

Ringrazio l’amico Daniele Montaguti, il prezioso lavoro fatto a suo tempo per la tesi di laurea è stata fonte di ispirazione in questi anni per ulteriori discussioni ed approfondimenti.

Per questo sono solito affrontare l’argomento pertendo dalla piramide del lusso:

  • Inaccessibile
  • Intermedio
  • Accessibile

Bene oggi parliamo di Lusso Inaccessibile ed i suoi player sono brand di grande prestigio, penso ad Hermes, piuttosto che Berluti per LVMH o Bottega Veneta per Kering, tutti marchi con prodotti caratterizzti da 2 elementi , unicità e fatto su misura , pensiamo ad esempio a Berluti, apparentemente l’ultimo arrivato ma in grado di creare un alone di esclusività tale da rendere speciale ed unica anche la sua prima sneacker  lusso piramide

Decliniamo la modalità di gestione retail  del Lusso Inaccessibile

Esclusività significa andare oltre al negozio come momento di contatto:

  • Rapporto diretto ed esclusivo
  • Il cliente viene contattato per la sua appartenenza di ceto
    (es. Amex Centurion)
  • Il cliente contatta direttamente l’azienda saltando il negozio
  • Concetto del Bespoke, fatto su misura
  • Massima artigianalità del prodotto ( gioiello, abito)
  • Massimi contenuti tecnologici ( “La Ferrari” o Virgin Galactic)

Lusso Intermedio

Nella sua accezione di intermedio individuiamo i grandi player del settore da Louis Vuitton a Gucci a Prada ad Armani.

Hanno storia , alto prezzo di accesso e definiscono loro dove va il gusto della gente, vale a il Fashion!

Nel lusso intermedio Il Negozio come immagine dell’azienda ma anche…

  • Massimizzazione della marginalità
  • Pieno controllo del rapporto con il cliente (cerimonia di vendita)
  • Pieno controllo del ciclo di vita del prodotto e della stagionalità
  • Massima efficacia after sales service

Il Full Retail, inteso come quota minima di distribuzione e Franchising ( es LVMH)

  • Non serve campagna vendite
  • Si produce e si è presente in negozio prima dei concorrenti ( almeno 1 mese)

Lusso Accessibile

Quì è un campo di battaglia, sono tanti agguerriti, i migliori arrivano a proporre 40 offerte diverse di prodotto grazie alla loro velocità e capacità di seguire il mercato, sono followers, ma non in senso dispregiativo, anzi!

Nel lusso accessibile il Negozio come immagine dell’azienda ma anche…

  • Massimizzazione della marginalità a fronte di un mercato che guarda al prezzo
  • Approccio Push nel frammentare le collezioni in tante micro collezioni
  • Pieno controllo del ciclo di vita del prodotto e della stagionalità
  • Massima attenzione ai leader di mercato perché si è followers
  • Il servizio al cliente viene standardizzato causa turnover personale alto
  • “cerimonia di vendita” semplificata
  • After sales service basato su sostituzione a valore e non riparazioni

Un grande grazie per Eccellenza Competitiva

Carissimi

invito BolognaCivico32 ok

In questi mesi io e Franco Fantuzzi, insieme alla preziosa collaborazione di Fausto Lupetti ( Editore tanto pragmatico quanto illuminato ed illuminante) Giuseppina Massara ( sua l’dea di formare questa strana coppia) e dei nostri cari ed amici, abbiamo girato un pezzettino d’Italia a confrontarci sull’Eccellenza e su tutte quelle dinamiche che rispondono al puzzle chiamato “relazioni interpersonali”.

DSC_1363

Abbiamo cominciato con una Moneta….

per arrivare a voi

DSC_1362

E farvi capire che solo il coinvolgimento porta all’eccellenza!

Abbiamo iniziato un cammino ancora in corso, la prossima tappa, dopo Bologna, Mantova, Milano, Catania, Reggio Emilia sarà Venezia, ma stiamo già pensando alla prossima avventura!

Grazie!

Buon Natale da Paolo Zanella e #backtoitaly!

Sarà un Natale di speranza come mai:

Speranza che il buon senso e la ragione prendano il sopravvento sulla miopia e l’arroganza

Speranza che alle parole seguano i fatti

Speranza che per tutti ci sia qualcosa di buono

Speranza che corrotti e corruttori se ne vadano

Speranza di guardare in faccia i nostri figli e vedere per loro un futuro fatto di sogni realizzabili

Se ci crederemo potremo trasformare la speranza in realtà

Buon Natale

Paolo

Backtoitaly ,per non far la fine delle oche…

Siamo tutte oche?

Ieri sera mi arriva un sms…”butta un occhio su Report, parla di lusso e produzione all’estero”

La puntata di Report , www.report.rai.it , il noto programma di giornalismo d’inchiesta di Milena Gabanelli, http://it.wikipedia.org/wiki/Milena_Gabanelli , ritorna sul mondo della produzione dei beni di lusso, sulle loro marginalità e sulla ricerca di mercati di produzione sempre più economici.

Produrre beni di lusso parte sicuramente dalla massimizzazione del margine, ma a fronte di ciò si deve comunque ed in ogni caso mettere in pista un approccio di eccellenza nei materiali e nello sviluppo, che deve essere l’elemento di differenza rispetto gli altri competitors.

Lascio a chi legge la visione della puntata di Report

Quello che si evidenzia sono 3 elementi.

  • Non eticità della filiera , sia nell’uso della materia prima , sia nella localizzazione in aree non riconosciute dall’ONU, ma le certificazioni SA8000 renderle obbligatorie?
  • L’impressione che la qualità del prodotto sia decisamente inferiore alle attese (?!?!?!)
  • Una mancanza di lungimiranza di modello economico in un momento di back reshoring

Da tempo scrivo di back reshoring e di neo internazionalizzazione.

BACK RESHORING

Il back reshoring si sta sviluppando per l’incremento dei costi di produzione nel Low Cost Country (LCC) dovuti non solo dall’aumento delle retribuzioni, ma dalla bassa produttività e dai costi accessori di qualità e logistica , i 5 euro ora citati nel servizio di report, molto probabilmente sono 11-12 in logica TCO ( Total Cost of Ownership).

Il rientro delle manifatture permetterebbe :

  • Un significativo incremento di posti di lavoro (600.000 posti persi in Italia negli ultimi anni)
  • Una filiera controllata ma competitiva in Italia
  • Un reale valore aggiunto dato dal “real made in Italy”

NEO INTERNAZIONALIZZAZIONE

Andare all’estero per conquistare l’estero, ecco cosa è la Neo Internazionalizzazione, le aziende italiane comeptitive esportano più dell’ 80% del fatturato, bene, queste sono aziende che possono e spesso devono andare all’estero per essere più competitive, non sulla produzione che rientra in Italia per essere distribuita nel mondo, ma per i mercati locali!

Il modello tedesco di espansione in Cina, ad esempio, è vero che ha radici antiche e profonde nel passato, quando gli esploratori mandati ad aprire la prima fabbrica Audi sembravano più emuli di Marco Polo che uomini di industria.

Bene oggi i grandi gruppi tedeschi, che hanno in testa alla propria forza commerciale il Cancelliere, si pensi alle 7 visite di Angela Merkel in 10 anni in Cina, sempre accompagnato dai Geschäftsführer delle principali aziende tedesche , azioni che hanno portato non solo a costruire automobili, ma treni, aerei, componentistica, tutta finalizzata al mercato locale.

Oggi abbiamo un opportunità, data dai costi troppo alti in oriente, ma per cogliere la palla al balzo il governo italiano DEVE creare l’equivalente della RESHORING INITIATIVE ( www.reshorenow.org )

  • Sgravi fiscali su nuovi investimenti
  • Supporto burocratico tramite tavoli unici
  • Supporto politico-sociale che enfatizzi i risultati rendendoli meritori

Siamo davanti all’ennesimo treno/opportunità, riusciremo a perderlo ancora?

Fedon, un brand global che non dimentica le origini

In un mondo globalizzato senza piu’ riferimenti storico geografici, l’iniziativa dell’azienda guidata da Callisto Fedon e’ non solo meritoria, ma anche un segnale forte di orgoglio per le proprie origini , senza dimenticare di essere cittadini del mondo

Da Fashionmag

Protagonisti i racconti e tradizioni che si tramandano di generazione in generazione sulle Dolomiti che rievocano le storie raccontate davanti al focolare, trasferendo il senso di ritorno alle origini e un legame ancora molto radicato con la propria terra, il Cadore; la collana di racconti è disponibile in otto lingue.

I racconti, presentati in un cofanetto, Limited edition, avranno tutti come protagonista un animaletto differente, la cui immagine verrà ripresa e stampata su un “mignon”, un piccolo ma versatile oggetto, ormai simbolo delle collezioni.

La collana ha inizio con il racconto “I pastori e la coccinella delle Dolomiti”, che narra le avventure della Coccinella Aldina, ambientate nel paesaggio delle Dolomiti, oggi Patrimonio dell’Unesco. Ricca di senso morale, accompagnata da disegni realizzati da Alessandro Paleari, la storia narrata è frutto della voce dei lavoratori dell’Azienda

I
Ho avuto l’onore di conoscere Callisto Fedon e la passione che ci unisce nell’amare i monti.
L’iniziativa di unire l’oggetto simbolo del principale player degli astucci per occhiali nel mondo con un racconto che ne racconti le origini va per questo motivo oltre la buona iniziativa di marketing,
segna un passo verso un momento di riappropriazione dei valori locali senza dimenticare di essere cittadini del mondo.
Spero altri grandi brand sappiano ritrovare l’orgoglio delle proprie origini

Il futuro della manifattura, la manifattura del futuro

Nelle giornate di giovedì 16 e venerdì 17 ottobre avrà luogo la XXV Riunione Scientifica Annuale dell’Associazione italiana di Ingegneria Gestionale, organizzata dal gruppo di Ingegneria Gestionale dell’Alma Mater con il coordinamento di Maurizio Sobrero. Nel corso del convegno, ricercatori, imprenditori e manager discuteranno di manifattura, un tema tornato al centro del dibattito pubblico negli ultimi anni per il ruolo centrale che ricopre nell’economia mondiale.

In tutte le aree del mondo colpite dagli effetti della crisi attuale, infatti, si è diffusa la consapevolezza dell’importanza non solo del mantenimento di una significativa base produttiva, ma soprattutto della centralità dell’innovazione nel manifatturiero per presidiare le opportunità di creazione di lavoro qualificato. Rispetto agli scenari sviluppati nei primi anni di questo secolo, che assegnavano ai paesi emergenti a più basso costo del lavoro la produzione di beni ideati e progettati nei paesi più sviluppati, le condizioni sono profondamente mutate. Un segnale eclatante in questo senso è l’accento posto sull’industria manifatturiera dal presidente Obama nel suo discorso alle camere riunite nel 2013 e nel 2014. Analoga attenzione meritano gli sforzi diffusi in Cina nel rafforzare la propria base industriale investendo non solo in tecnologie produttive più avanzate, ma anche nella capacità interna di svilupparle e realizzarle, così come le molte iniziative in atto in Europa per rafforzare e trasformare la base produttiva con significativi cambiamenti tecnologici.

La comprensione dell’evoluzione della manifattura non può esulare dalla comprensione delle decisioni e delle azioni delle imprese in molteplici ambiti, dall’organizzazione del lavoro alla logistica, dalla gestione della supply chain alle politiche commerciali, dall’innovazione di prodotto a quella di processo, dal controllo dei costi alla valutazione delle performance. Da sempre l’Ingegneria Gestionale si occupa di impresa con una visione sistemica, capace di coniugare processi e risorse materiali e immateriali nei diversi ambiti ricordati sopra.

Alla luce di tale scenario, la Riunione Scientifica di quest’anno si propone di rafforzare il legame tra ricerca e impresa unendo la presentazione di lavori scientifici e gli interventi di studiosi di fama internazionale a una tavola rotonda con diversi imprenditori. Il Convegno si aprirà giovedì 16 alle 10 con gli interventi di Charlie Cooney, co-fondatore di Genzyme e docente al MIT; Hod Lipson, docente alla Cornell University; Frank Levy, professore all’Università di Harvard. Successivamente parleranno Emilio Bartezzaghi del Politecnico di Milano, Andrea Chiesi del Chiesi Group , Andrea Pontremoli socio della Dallara Automobili, e Alberto Vacchi presidente dell’IMA.

Gli interventi di tutti i relatori sono stati illuminanti su una visione di un futuro non così avanti nel tempo, si parla del 2025 e si parla di fabbriche a lead time 0 grazie allo sviluppo delle stampanti 3D.

Sì la stampante 3D, trattata dalla nostra stampa come un oggetto curioso o un idea stile “Star Trek” è una realtà.

091926_307608

Stiamo ragionando , come si può vedere dal grafico, di produzioni di serie su mercati di massa!

Già oggi l’ortodonzia utilizza le stampanti 3D come supporto standard negli USA

U6QKJYgPy8v8oILhVKYvazl72eJkfbmt4t8yenImKBVvK0kTmF0xjctABnaLJIm9

La capacità di personalizzazione e la facilità d’uso per l’utente finale permetterebbe di lavorare make to order a lotto 1, affascinante.

Ma al termine delle presentazioni una domanda è sorta spontanea,

QUALE MODELLO SOCIO ECONOMICO GENERA’ LA MANIFATTURA 3D?

Di fatto stiamo parlando i fabbriche ad alta automazione, e consequenzialmente a basso impiego di personale, per cui va definito di pari passo un modello occupazionale che permetta una piena occupazione.

Sicuramente serve un modello economico che tenga conto di ciò, la manifattura sta rientrando dall’oriente, vero, ma abbiamo il dovere di capire cosa produrrà l’Italia del 2020 e del 2025 e soprattutto COME!

La mancanza di un pensiero strategico allineato alle reali potenzialità tecnologiche del futuro potrebbe generare fenomeni di “Luddismo” come all’inizio della rivoluzione industriale.

Parliamone

The succession in the company, a social duty

We read in these times of conflict within Luxottica, in fact, a real power struggle for the succession of the Patron Leonardo Del Vecchio has an empire to be divided among 6 children and a wife …

The Italian business success is characterized by great people can bring their ideas and willingness to best world levels.

However, these brilliant people, generally formidable on
product, market and finance have these 2 weakness points,
management and the second generation

management 
There is a moment in the growth of a successful company, in which the dimensions of the same start to run away from the hands of the entrepreneur or the few founding members, in my experience 2 events mark the achievement of this point, one dimensional, that is, say the company exports more than 50% of the product and leaves the size of a single place where everything happens, one of turnover in my experience corresponds to overcome the psychological and economic threshold of 50 Mln Euros
At this point serves structure, a commercial, logistical production and administration.
But … Who entrust this?

These base points and if the entrepreneur is illuminated knows how much to delegate control, it is called corporate culture

  • delegation
    trust
    governance

These behaviors encountered in business unenlightened, divide ut impera, denunciation and subjectivity characterize this style of management.

  • centralization 
  • distrust
  • surveillance

At this point comes into play the next generation

The enlightened entrepreneur,

rightly enriched gave well-being and income generation for the next 100 which has 2-way front

Understand if the children have talent, ability and desire to continue what was started and consequentially must prepare their programs of educational and experiential as to make them ready to join the company at the appropriate time (without haste, but after seeing and understand how they work excellence in the world)

If the children do not have what it takes to pursue .then should be given to business continuity management with a board of control, but with ample powers to the management not to interfere in the newspaper but reserving the property indicating the guidelines

The entrepreneur is not illuminated
Donate to the welfare of children who did not enjoy, puts them in a cocoon made ​​of the safety of his lifestyle and management, the school, yes, but not too much, around the world holiday for you but …
Teaches distrust those leeches managers and to have people trust them to do the spy …

On what might be the fate of these two types of company leaves you …

I open one last point

Succession as a social duty

If a company grows and is successful thanks to those who created it in the first place and those who work in the second round

At a time when it has to do with the reality that involve hundreds or thousands of people is in my opinion the duty of continuity in time and that’s why I think that the issues of managerial and second generation must take account of a moral duty to give continuity to the socio-economic enterprise, called Company